Extra del romanzo 001

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Extra del romanzo

The Novel's Extra

Capitolo 1: Il Cubo (1)

Un giorno mi arrivò un’e-mail. Il mittente mi chiedeva se volessi riscrivere una mia novel. All’epoca la cosa mi lasciò senza parole. Potevo anche aver fatto una breve pausa di scrittura, ma chiedermi di riscrivere una novel che veniva pubblicata a pagamento… Ovviamente rifiutai, non risposi neanche.

In parte perché fare una cosa del genere senza che mi avessero dato il permesso sarebbe stata una violazione del copyright, ma anche perché provavo vergogna della ‘pausa’ che mi ero preso.


La webnovel che stavo scrivendo era intitolata ‘The Returnee Hero‘. Non era stata un successone ma era abbastanza popolare, nonché la più famosa che avessi mai prodotto in cinque anni di scrittura. Quando ricevetti la mail però era in pausa da tre mesi.


Il motivo era semplice: non mi venivano più le parole.


All’inizio avevo incanalato la mia passione nella scrittura. I miei appunti sul mondo della novel raggiungevano le diecimila battute e avevo messo tutto me stesso nella stesura di ogni capitolo. Ma dopo un anno di scrittura ero caduto in una tremenda fase negativa. Anche così la pubblicazione proseguì per altri tre mesi, raggiungendo la fine della fase mediana della storia. Tuttavia, dal momento che mi stavo sforzando nella scrittura, la trama presentava numerose lacune e le personalità dei personaggi non erano state approfondite.


Prevedibilmente il numero dei lettori iniziò a calare di giorno in giorno. Ero troppo spaventato anche per leggere i commenti. Alla fine decisi di prendermi una pausa. Tuttavia, non importa quanto mi riposassi, non riuscivo a proseguire con la storia, neanche a scrivere una singola frase. Proprio mentre stavo sguazzando nella tristezza del realizzare l’assenza delle mie abilità di scrittore… Arrivò un’altra e-mail dove mi si domandava di rifare la novel.


[homosapiens@neighbor.com]. [Per favore. Lo chiedo per soddisfazione personale. Non divulgherò la seconda versione della novel. Rimarrà una cosa tra noi due. E poi… chi sa? Forse verrai ispirato dalla riscrittura e troverai un modo per proseguire con la storia…]


Era una mail sufficientemente lunga, composta da sei frasi ma ciò che chiedeva era semplice: il mittente voleva che riscrivessi la mia novel ‘per soddisfazione personale’.


Quanto doveva piacergli la mia novel per mandarmi una mail del genere? Dato che non andavo particolarmente fiero del mio lavoro acconsentii. Mi sentivo grato e mi vergognavo al tempo stesso.

… In quel caso, qual era la causa di questa situazione? Dicono che le chance di vincere alla lotteria siano una su 8,145,060. quello che mi stava capitando quindi doveva essere una possibilità su un miliardo.


Ero in un’ordinaria abitazione privata. Tuttavia, il mondo in cui mi trovavo non era il mio. E io non ero ‘io’. Si potrebbe pensare che io voglia fare della filosofia ma non è questo il caso, non è mia intenzione. È solo il modo migliore per descrivere la situazione in cui mi trovavo.


Ero diventato una comparsa della mia novel. Una comparsa che non ricordavo di aver mai creato.


Kim Chundong. Chundong viveva in una normale stanza d’appartamento ma non aveva genitori. Il motivo io, ovviamente, non lo conoscevo. All’età di nove anni Chungdon era stato ammesso all’Accademia Militare Agent, un posto atto ad addestrare le élite a combattere contro mostri e Jinn[1]. Che genere di abilità possedeva Chundong per aver passato il test d’ingresso? Non lo sapevo. Non sapevo nulla di lui. Non sapevo neanche che faccia avesse. Non è uno scherzo, non lo sapevo. Guardando nello specchio…


(?)


Questo era ciò che vedevo. Un ovale con un punto di domanda al centro.


Questa folle possessione o trasmigrazione era totalmente insensata. Ero andato a letto come se fosse un giorno qualsiasi ma al mio risveglio mi ero ritrovato a partecipare all’ultimo giorno del semestre dell’Accademia Militare Agent.


In un primo momento mi vennero due sospetti. Il primo, che fossi vittima di uno scherzo. Ma silurai quell’idea nel giro di cinque secondi, non mi prendo neanche il fastidio di dover spiegare il perché. Il secondo, che stessi sognando. Ma naturalmente abbandonai quest’idea. Come tutti sanno, quando si sogna non si pensa mai di star sognando, e, soprattutto, nessun sogno può durare per due settimane e sembrare così reale.


Di conseguenza avevo passato due settimane a riflettere se il ‘mondo dentro la novel’ dovesse essere trattato come la ‘realtà in cui mi trovavo’.


Ding Dong… Tatatatata….


Proprio come avevo fatto nel corso di quelle due settimane, stavo a letto fissando il soffitto quando l’allarme del mio smartphone iniziò a suonare. Gli lanciai un’occhiata e vidi che era ora di andare a scuola.



“Perché diavolo devo andare a scuola”


Tredici giorni prima c’era stata la cerimonia di diploma dell’Accademia Militare Agent. A diplomarsi però erano stati solo i cadetti non-combattenti, e costoro non potevano essere chiamati Eroi. I cadetti delle classi di combattimento dovevano continuare con l’Accademia per altri tre anni. Questi tre anni sarebbero trascorsi al Cubo, un’Accademia per Eroi. Sfortunatamente, questo maledetto Chundung era un cadetto combattente. Non avevo davvero idea di chi fosse.


“Ah… com’è frustrante”


Non avevo fatto praticamente nulla in quelle due settimane. Avevo passato la maggior parte del tempo su internet, mangiato cibo quando avevo fame per poi tornare online e cercare una via d’uscita, avevo riso guardando i programmi televisivi, sorprendentemente vari, mangiato quando avevo fame… L’unico evento degno di nota era stato andare a Seoul due giorni prima per partecipare alla Cerimonia di Ingresso al Cubo per tre ore. Non volevo andare ma non avevo scelta dato che mi dissero che se non fossi andato sarei stato espulso.


“Non penso che io debba andarci ma…”


Non riuscivo a capire chi mi avesse fatto finire in questo mondo, per quale ragione e con che potere. Ma dopo aver passato due settimane inerte stavo iniziando ad accettare il mio destino, se pur con riluttanza. Pareva che dovessi vivere in quel modo a lungo. In quel caso quantomeno avrei dovuto trovare un modo per mantenermi. Nella mia novel essere un Eroe era il sogno di chiunque. La faccenda però si era fatta seria verso la metà della storia per via degli antagonisti, l’interruzione della novel era avvenuta non troppo dopo questa fase. Dovevo solo sopravvivere fino a quel punto. Ero sicuro che al momento opportuno avrei saputo cosa fare.


[7:30]


Restavano solo cinquantasette minuti prima della scuola. Mi alzai e mi trascinai verso il bagno. In piedi di fronte allo specchio il signor punto di domanda mi diede il buongiorno.


“… Sia maledetto questo punto interrogativo, andrà mai via?”


Non c’era niente da ridere, la mia faccia era un punto di domanda. Non avevo idea del perché. Non era per via del fatto che nella storia non avevo mai descritto la mia faccia. Se fosse stato per quello gli altri miliardi di persone che non avevo descritto ma che avevano una faccia non avrebbero avuto senso. Quindi perché l’unico ad avere un punto interrogativo al posto della faccia era Chungdong?


Borbottando scontento mi lavai la faccia. Riuscivo a sentire la mia pelle, sentivo anche i capelli. Questo rendeva il tutto molto più inquietante.


Dopo essermi lavato indossai l’uniforme del Cubo che mi era stata data alla cerimonia d’ingresso. Oltre a quello non avevo altri bagagli. Chi mi avesse visto con quell’uniforme addosso senza dubbio mi avrebbe lanciato occhiate d’invidia ma io non avevo idea di ciò che stavo facendo. La mia faccia era uno stramaledetto punto di domanda, come avrei mai potuto capire alcunché?


Girata la maniglia mi guardai alle spalle. La mia casa per le ultime due settimane, l’appartamento che avevo trovato a stento solo grazie all’indirizzo scritto sul mio documento di cadetto. Mi ci ero affezionato in quel breve periodo, sentivo che mi sarebbe mancato.


Il Cubo galleggiava nel mezzo del Mare Orientale. Una volta partito probabilmente non sarei più tornato.


“Ehew”


Lasciandomi alle spalle quell’appartamento, e grato di avervi abitato, mi avventurai nel mondo, oscuro e sconosciuto.


Tradotto ed Editato da Suzy Creamcheese



[1] Jinn è un termine che occorre nel Corano per indicare un’entità soprannaturale di natura generalmente maligna. Nella cultura di massa spesso il termine è utilizzato per definire i geni o i folletti o altri esseri sovrannaturali di tal sorta.